Ospedale Borgo Roma - Verona - 10-28 Luglio 99

La presenza di Dio nella vicinanza dei fratelli

 

"Si presenti domattina, sabato 10 luglio, alle 07,00 nel Reparto di Chirurgia". Faccio appena in tempo a mettere un breve avviso nella Home page della Lista:

Messaggio importante

Con grande dispiacere vi comunico che, per seri motivi di salute, dovrò temporaneamente sospendere l'attività di gestione della Lista.
Vi chiedo di voler scusare se, nel frattempo, non potrò procedere all'aggiornamento dei nuovi siti ed alla manutenzione delle voci esistenti, nè potrò rispondere ai vostri messaggi di posta.
A chi "crede" chiedo anche un ricordo nella preghiera.
Spero di poter essere presto tra voi.

Francesco D.

e a scrivere un'ancora più breve e-mail agli amici più stretti e a quanti avevo in qualche modo reso partecipi dei problemi di salute che mi stavano preoccupando.

Non che la notizia non fosse attesa. Tutt'altro. Già da un mese il Prof. Nicola Nicòli, cui ero stato indirizzato quando gli accertamenti avevano confermato la gravità del male che mi aveva colpito, mi aveva escluso il ricorso a terapie tanto fastidiose quanto incerte, favorevole invece all'eliminazione mediante intervento chirurgico. Da lui ho ricevuto delle informazioni chiare, veritiere.
Resto impressionato dalla carica di umanità che questa persona riesce a dare e, pur considerandolo più avvezzo a confrontarsi con il mondo scientifico ed accademico, non riesco a dimenticare la sua capacità di ironia per sdrammatizzare la situazione nell'intento di dare, a me e a mia moglie, una certa serenità sull'esito dell'operazione.

L'intervento è fissato per martedì 13/7. Vivo la preparazione con molta tranquillità. Mi sono addirittura portato un Notebook, con il quale, non senza difficoltà, riesco quantomeno a scaricare la posta. Una velleità di breve durata. Riesco a fare l'ultimo collegamento il mattino stesso dell'operazione, dopo di che e fino al mio ritorno non ne ho più avuto la forza.
Il giorno prima partecipo alla S. Messa. Mia moglie, al mio fianco, condivide con me la commozione di fronte a Gesù-Eucarestia. Chi mangia la carne di Gesù ha la vita eterna adesso e riceve la promessa della resurrezione "nell'ultimo giorno". Le parole di Padre Davide Negrini, camilliano e cappellano dell'Ospedale, commentano il Vangelo del giorno: "Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me" (Mt 10,38). Un tratto di cammino di salvezza si stava compiendo.
La presenza di P. Davide era un appuntamento quasi quotidiano. Con lui abbiamo pregato, io e gli amici della stanza. Con la sua allegria, con le sue parole d'incoraggiamento, con la sua dolcezza ciascuno di noi si è preparato alla scadenza dell'operazione e accettato la sofferenza del post-intervento.
Con quanta cura poi dedicava alla preparazione della Messa domenicale, facendo sì che a tutti, soprattutto a coloro che non avevano la possibilità di parteciparvi, giungessro le Letture con la Parola di Dio e un breve commento, tanto semplice quanto centrato e ricco di spunti.

Ho già detto di quanto mia moglie, Elisa, mi sia stata vicina nei momenti che hanno preceduto l'intervento. Ma ancora più intima è stata la sua presenza nel durante e nel dopo. Un'assistenza costante, paziente. Mi tranquillizza sull'andamento dell'operazione. Mi sorride dolcemente quando il dolore si fa più intenso. Gli anestesisti mi han messo a disposizione un "macchinino" per l'erogazione della morfina, mi dirà poi che di fatto non l'ho usato. Resto convinto che sia stata la sua presenza a dare sollievo anche al dolore fisico.
Mi ricorda le parole del Cantico dei Cantici: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perchè forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione. Le grandi acque non possono spegnere l'amore, nè i fiumi travolgerlo".
Le nostre figlie, Sara e Anna, da casa seguono gli avvenimenti. Le abbiamo volutamente lasciate un po' all'oscuro del perchè il loro papà debba essere in ospedale. Mi fanno avere i loro regalini e i loro bigliettini che puntualmente mi portano alla commozione.

In stanza con me ci sono altri due "compagni di viaggio". Abbiamo lo stesso tipo di malattia, condividiamo tutti le stesse preoccupazioni. Antonio D.F., della provincia di Venezia. Dall'alto della sua maturata esperienza si rivela una fonte inesauribile di saggezza. La sua bocca dispensa continuamente il sorriso della persona che ama la vita e che in tutti i modi lo vuol far vedere. Qualche volta faccio fatica a comprendere la sua stretta parlata veneziana, ma voglio approfittare di questa "sapienza", vi intravedo la sapienza di Dio. Mi trasmette la sua certissima fede. Le sue regole di vita acquistano pienezza di significato. Tantissimi i consigli di morale pratica, anche se a volte non più attuali, ma derivanti da un cuore capace di discernere il bene dal male.

Poi c'è Antonio R., vicentino. Arriva con noi qualche giorno dopo. Alle sue spalle c'è un pesante ciclo di chemioterapia, gli sono perciò necessarie delle cure aggiuntive in preparazione dell'intervento. Le sue speranze nei confronti del chirurgo riflettono la sua profonda fede in Dio. Così si rivolge al Prof. Nicoli: "Prego il Signore perchè guidi le sue mani mentre mi opera". Così avviene. Anche se, perchè il suo volto scavato dalla sofferenza ritorni al sorriso, servono alcuni giorni di terapia intensiva.

Siamo tutti molto contenti di quanto sta avvenendo. In particolare la professionalità del Prof. Nicòli e della sua èquipe.
Mi piace ricordare un suo assistente, il Dott. Hasheminia, iraniano. Ho avuto modo di sperimentare la sua dedizione quando, in occasione delle due crisi respiratorie che mi hanno interessato, conseguenza di altrettante complicanze post-operatorie a carico dell'apparato polmonare, è intervenuto con urgenza e solerzia a darmi letteralmente "fiato".
Un medico decisamente simpatico, che parlava senza la superiorità che il suo stato poteva conferirgli. Della sua provenienza iraniana ne era prova anche la non conoscenza delle cose di Chiesa. Ha dovuto accettare con sopresa che io non fossi un prete per il solo fatto che avevo studiato teologia. Sarebbe curioso vedere quanti confratelli cristiani siano altrettanto convinti che leggere la Bibbia o conoscere le cose di Dio sia un'occupazione riservata solo ai preti.

Intorno a noi, il tempo era scandito dalle attenzioni che il personale infermieristico ci riservava. Sotto la guida della caposala, Sig.a Lidia Biondani, che con ferreo rigore sapeva mantenere l'ordine di un reparto decisamente impegnativo ed esteso.
Le mattine si sono puntualmente aperte con il buon giorno sorridente dei vari infermieri. Un sorriso che comunque era preludio di qualche foro alla ricerca dell'ennesima vena che non si faceva trovare.
Stefania e Cinzia, sempre pazienti anche quando sono state chiamate dai miei compagni di stanza una ventina di volte in una sola notte per compiti spiacevoli. Carlo, animatore dei giovani della sua parrocchia, così generoso e gentile nel prestarsi a fare l'impossibile. Simone, l'unico che usava Internet e con il quale scambiare due parole sulla Rete. Eppoi Lisa che, come si vede dalla foto, dispensava buon umore con la forza del sorriso. I maturi ed esperti Mario e Silvano, punti di riferimento e di sicurezza. E così tutti gli altri infermieri. Quasi tutti molto giovani, ma da ognuno ricevevo esempi di attenzione, di tolleranza, di generosità, di abnegazione. Il clima, nonostante le difficoltà che provavamo, è sempre stato di grande serenità. Anche il ritmo imposto dalla frenetica operatività delle funzioni si è sempre mantenuto calmo e disteso.

Intanto mia moglie mi portava notizie di chi si faceva sentire da casa. "Gli amici della parrocchia mi chiedono di te", "il gruppo del Movimento dei Cursillos di Cristianità di Mantova sta pregando per te". Dato che in casa non c'era nessuno (Elisa era sempre al mio fianco) molti messaggi sono stati lasciati in segreteria telefonica. Quasi tutti erano di persone conosciute in Rete tramite la Lista dei Siti Cattolici. Di tanti altri non sono riuscito a riconoscere l'identità. I messaggi si confermavano e si rincorrevano nella loro premurosa ripetitività: " il Signore ti dia pace e serenità", "sono don ..., torna presto in salute, il Signore ti aiuti e ti protegga","siamo una coppia e preghiamo per te", ...

Ma la sorpresa maggiore l'ho trovata quando, finalmente dopo così tanto tempo, ho scaricato la Mailbox di posta elettronica: un'operazione interminabile. Quanti Amici della Lista che mi hanno letteralmente inondato con i loro messaggi !!
Quanta premura, quante preghiere, quanti auguri !!
Come fare per rispondere personalmente a ciascuno di coloro che ha voluto essermi vicino in questo tempo di prova che ho dovuto affrontare ??

Ci sono i messaggi di tutti gli amici più cari, conosciuti magari solo virtualmente ma frequentemente nel nostro impegno comune per portare il Messaggio del Vangelo sulla Rete. Don Giovanni Benvenuto, Paolo Ruata, Marco Volpe, David Botti, Alex Nicotra (che si è "assunto la responsabilità", comunicando alle ML la natura del mio male, di togliere quel velo di discrezione sulla mia vicenda personale). Poi ancora Don Antonio Mauri, Don Ignazio Serra, Don Franco di Riccione, Don Franco Mazza, Don Tonio e tantissimi altri ... impossibile citarli tutti.

Tante testimonianze di vera fraternità. Per questo ho voluto ricordare quest'esperienza, farne una condivisione, dare testimonianza della convinzione che il Signore che mi ha accompagnato attraverso le forze grandi: la mia famiglia, gli amici, con la loro presenza e la loro vicinanza. Ho fatto i conti con la concretezza di ogni giorno: il dolore, il timore, la paura, ... la certezza della fedeltà del Signore mi ha però condotto a viverla in pace, con fiducia e speranza.

Grazie, Signore, della tua presenza attraverso la vicinanza dei fratelli.

San Giorgio (MN), 1° Agosto 1999

Francesco D.

LA GIOIA E IL DOLORE

Il dolore rivela all'uomo i fondamenti del suo essere uomo:
la propria fragilità,
l'aver bisogno dell'altro,
l'importanza dei legami e dei sentimenti,
la bellezza di una condizione di bisogno e di dipendenza,
la società intesa come gruppo di aiuto e strumento di sicurezza,
il senso del divino e dell'Assoluto,
la bellezza della preghiera,
il sollievo che ha il sapore della rinascita,
l'esigenza di una nuova gerarchia delle cose.



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